regia di Giorgio Boccassi
Un mucchio di spazzatura, capitato non si capisce come a ingombrare
la scena dello spettacolo;
La spazzatura (i roclò) che torna a una nuova vita ispirando imprevedibili storie;
Giocoleria che si intreccia indissolubilmente alle parole, alle rime, al ritmo,
alla musica;
Due personaggi clowneschi che nella loro comica apparente confusione riconducono il mucchio a un imprevedibile ordine, creando dal caos una stanza in cui gli oggetti protagonisti delle storie finiscono in bella mostra sugli scaffali;
Senza che del mucchio di spazzatura iniziale nulla sia tolto o aggiunto.
Abilità, musica e parole volano e viaggiano, proprio come gli oggetti della discarica, su un tappeto fiabesco per porgere ai bambini e non solo a loro importanti ma leggeri messaggi, primo fra tutti l'esortazione a vincere la sindrome del consumismo, l'agente patogeno responsabile di inquinamenti ambientali e mentali. L'affascinante sorpresa che persuade a credere che ci si possa riuscire è il continuo rinnovarsi di vicende improbabili e poetiche, che hanno per protagoniste cose quotidiane apparentemente noiose e banali, mentre volano o suonano come se fossero nate per stare in un' orchestra o in un circo.
Uno spettacolo leggero, allegro e sognante, in cui il ritmo dei testi e delle musiche si intreccia e sostiene giocolerie comicità e abilità, portando dei contenuti e dei sottotesti in modo semplice e avvincente senza banalità.